Mille pensieri, più uno

Io mi domando come faccia la gente che divorzia dopo 20 anni e due figli a sopravvivere.
Non lo pensavo, ma la fine di una relazione di infila in tanti angoli di te e a intermittenza si fa sentire, ti colpisce, perchè sembra volerti ricordare che non starai in pace ancora per un bel po’.

C’è chi dice che la mancanza spesso abbellisce i ricordi.
Non lo so. Forse un po’ è vero, o forse soltanto tendi a dare meno importanza ai momenti brutti.

Avevo già sperimentato l’innamorarsi di qualcuno e il non poterci stare assieme.
L’amare qualcuno e il non riuscire a starci bene assieme credo fosse il capitolo successivo del manuale dei futuri asociali.

E’ un casino. Da un lato fatico a programmare un futuro per i fatti miei per paura di escluderne uno con F., dall’altra parte se penso a come sono stato male in certi momenti mi viene voglia di prendermi a schiaffi.

Potremmo aprire un capitolo sul fatto che probabilmente sono un rompicoglioni cronico, oppure sulla quantità di persone che gira a braccetto con la totale incapacità di abbassare i propri muri e confrontarsi in maniera serena con chi ha di fronte.
So che è qualunquismo, ma a volte mi stupisco della quantità di portatori sani di stronzaggine che c’è in giro.

Non so quello che voglio, non so nemmeno in che futuro confido.
Una parte di me vorrebbe sperare in una seconda chance, una parte di me vorrebbe soltanto spegnere il cervello, riuscire ad avere un momento di pura felicità; una parte di me probabilmente ha solo voglia di farsi qualche trombata e ciao.

Ci sono un sacco di cose che mi vengono in mente, come lo scambio di regali con amici tra cui Mr. Cazzoèimpegnato e il suo nuovo compagno. Ogni tanto guardandolo negli occhi ci vedo dentro il riflesso di tutto quello che ho provato per lui.
E’ strano come certe cose passino ma allo stesso tempo rimangano dentro di noi.

Come è difficile stare bene con le persone, come è difficile capirsi.
Tante volte è difficile capire gli altri, molte altre è dura capire noi stessi…

“We dance around the kitchen in the refrigerator light…”
“Maybe we got lost in translation, maybe I asked for too much,
And maybe this thing was a masterpiece ‘til you tore it all up.”
“…you call me up again just to break me like a promise.
So casually cruel in the name of being honest.”

Taylor Swift – All to Welll

Back in the saddle

***modalità flusso incontrollato di pensieri ON***

Sono mille cose contemporaneamente.
Stressato, felice, svogliato, arrapato, perso, determinato, stanco, iperattivo. Tutto vero e tutto in contraddizione. Momento complicato.

Ho capito che, qualche volta, quando si chiude una relazione è un po’ come spostare il male da una parte all’altra. Spesso si sta insieme per un sentimento, anche se ci sono cose che non vanno. Le relazioni sono fatte principalmente di testa, cuore, sesso, in percentuali variabili a seconda dei momenti e con piccole altre parti mutevoli.

A volte è un continuare a soffrire perchè si ha paura di affrontare l’ulteriore sofferenza che sarebbe determinata da una separazione.

In questo momento mi sembra di star bene perchè la mia relazione è finita.
In questo momento mi sembra di star male perchè la mia relazione è finita.

Ci vuole tempo per capire, elaborare, metabolizzare, ricucire le ferite, rialzarsi in piedi.

Ho capito che sicuramente devo migliorare tante cose di me….da come mi rapporto con gli altri, come peso il mio benessere, come riesco a comunicare quello che voglio, come riesco a dare il giusto peso a ciò che vogliono gli altri da me, come riesco a dire SI o NO.

Che casino. Le relazioni sono un casino. I rapporti si basano sul saper comunicare e a volte mi sembra che parliamo tutti una lingua diversa.

Francesca Michielin – Vulcano

Pesare l’amore

Oggi stavo facendo una camminata e mi è venuta in mente questa canzone.
Alice Cooper erano capaci di postarvelo tutti, ma la tamarra di periferia ve la tiro fuori solo io 😉

Scherzi a parte, pensavo un po’ al passato, alle volte che mi sono innamorato, e mi sono reso conto che gli amori che sento più forti sono quelli che mi hanno fatto più male.
E’ strano da spiegare ma è come se a volte pesassi l’amore in relazione alla capacità di una persona di farmi soffrire.

Ok non faccio sempre così, mi è capitato anche di pensarci in positivo, di cercare di contare i “picchi di vibrazioni positive”, ma il più delle volte mi sono reso conto di tenere davvero a qualcuno in base a quanto faceva male il sentimento che provavo.

Non sono l’unico, insomma metà delle canzoni d’amore si appoggiano all’equazione Amore:Dolore, tuttavia mi piacerebbe provare a cambiare il mio modo percepire la questione.

Per dirla al’inglese: sarcazzo.

Rita Ora – Poison

La linea di confine

Quando le cose cambiano? Di preciso non lo so, ma stasera ho una teoria.
Le cose iniziano a rompersi quando non “ricevi” qualcosa, ma lo devi chiedere, devi insistere, devi lottare.

Certo, le cose nella vita si conquistano e tutte le belle frasi fatte del cazzo, ma la verità è che c’è una bellezza nel dare spontaneamente, che la lista delle richieste non potrà mai eguagliare.

Questo è il problema, che si da solo su richiesta.
L’amore non è una lista della spesa al supermercato, ma qualcosa che si regala.

Noemi – La borsa di una donna

Vento e aria

Stasera stavo tornando da casa di mio fratello e, come al solito, stavo ascoltando DeeNotte su Radio Deejay. Non so per quale strana combinazione di temperatura, illuminazione, clima, ho avuto un déjà vu di una delle mie solite sere di tanti anni fa, quando tornavo a casa tardi dal lavoro e, per la prima volta, muovevo i miei primi passi nel mondo gaio.

Mi sono un po’ messo a riflettere e ragionavo sul fatto che certe esperienze sono solo mie. Insomma certe esperienze non le condividi con nessuno, fanno solo parte del tuo percorso….e nessuna delle persone con cui mi sento legato, anzi nessuna delle persone che conosco, ha vissuto certe dinamiche.

Si certo alla fine le storie sono tutte più o meno le stesse, ma alcuni dettagli, e come hanno influito sul nostro percorso, rimangono unici.

E’ strano perchè un po’ ti senti speciale, ma un po’ ti senti anche solo. Probabilmente sono nella settimana delle contraddizioni….ma anche su altri discorsi, come per esempio quello del comprare casa, sono sempre stato un grande sostenitore della soddisfazione derivante dall’affrontare un’impresa tutta tua, solo per te.

Ecco in questi giorni, paradossalmente, mi sono resto conto che un po’ mi manca la possibilità di condividere certi passi “importanti” con qualcuno che ami.

C’è sempre qualcosa, qualche inghippo, qualche imprevisto…non si riesce mai a stare tranquilli e lasciarsi andare.

Son sempre il solito, da un eccesso all’altro.

Boh, chi mi capisce è bravo. Io no.

Sam Smith – Stay With Me (Live) ft. Mary J. Blige

Sbagliare è umano?

….egnienteeeeeee, stasera stavo scegliendo la musica sull’iPod mentre F. era in doccia, e sono inciampato in una vecchia canzone di Christina Perri che ascoltavo un po’ di anni fa. Si chiama Arms, e il punto chiave della canzone è stare tra le braccia di qualcuno.
In particolare il passaggio:

“I hope that you see right through my walls I hope that you catch me ‘cause I’m already falling I’ll never let our love get so close You put your arms around me and I’m home.”

“Spero che tu veda attraverso i miei muri, spero che tu mi prenda perchè sto già cadendo. Non ho mai lasciato che il nostro amore fosse così vicino. Metti le tue braccia attorno a me e sono a casa”

Era qualche anno fa, io uscivo con T. (o meglio eravamo trombamici) ma ricordo che mi dava una pace pazzesca e timidamente speravo che potesse essere quello che mi “avrebb salvato”.

Si perchè, ogni tanto, per stanchezza, un po’ mettiamo da parte la consapevolezza che siamo noi che dobbiamo essere i salvatori di noi stessi….il fatto è che, appunto, ci sono delle volte in cui ci piace farci cullare dal pensiero che ci sia qualcuno che può arrivare e farci sentire a casa, in pace.

Sono per aria in questi giorni. Permane la sesanzione di non vedere chiaro nel futuro…

Christina Perri – Arms

Standby

Non scrivo da Aprile dello scorso anno.
Sticazzi, probabilmente…..però un po’ mi fa riflettere, dato che non so se sia una cosa positiva o meno.

Mi è venuta voglia di scrivere perchè oggi ho visto una puntata di Jane the Virgin e, vedendo la gioia della protagonista a scrivere storie al suo pc, mi è tornata in mente la vecchia abitudine di svuotare il cestino che ho nel cervello qui.

Novità? Tutto e niente.

Ieri sera ero a letto e non riuscivo a dormire e, purtroppo, continuavo a pensare.

Ho realizzato quello che è un mio limite, e temo di non riuscire a superarlo. Per me amare vuol dire andare in pezzi per qualcuno, vuol dire superare i propri limiti. Se non riesci a farlo per me c’è qualcosa che non va.

Ma è giusto avere la convinzione che l’amore sia uno standard universale per tutti? Sono io che sono troppo chiuso di mente o è giusto che ognuno abbia delle esigenze cucite su se stesso e ben precise?

Non lo so….mi sembra di aver fatto una montagna di cose, e forse non è nemmeno giusto questo: cioè che io guardi solo ai miei plus e non alle mie mancanze…..ma cazzo…ho mandato giù gropponi amari, ho pazientato, ho tollerato e poi, diciamocelo, “Mr. Cazzoèimpegnato” (che era un macigno in fiamme che mi impediva qualsiasi libertà emotiva) è ora una monetina che mi passo tra le dita senza scottarmi.

Come è possibile che dopo tutto questo non sono ancora in pace, sereno?
Non riesco a vedere nient’altro.

Shawn Mendes – Stitches

Il primo posto

Chi avete al primo posto delle vostre vite?
Nelle vite di chi siete al primo posto?

Periodo di confusione, di mille fatti che si accavallano e serrano i ritmi delle giornate.
Faccio i conti con l’incapacità di capire cosa voglio davvero.
Diviso a metà tra l’amore e il rancore. Tra il me stesso del passato e il me stesso di adesso.

Sto cercano di fissare un po’ i punti, e quel che ne esce non è che mi faccia impazzire. Insomma ho sempre avuto paura che, quando qualcuno diceva di voler stare con me, non lo facesse tanto per chi sono io davvero, ma per il fatto che sono molto disponibile, sempre aperto verso il futuro, proposte e persone.
Come un coglione ho sempre messo davanti questo lato di me.
Come se uno avesse paura che le persone escano con lui perché è ricco, e di conseguenza gli paga la cena tutte le sere.
Un coglione.

Per il resto, in questo momento, penso di non riuscire a vedermi al 100% con nessuno. Da F. che ha dovuto avere il me che continuava a remare nonostante le difficoltà, per mesi e mesi. Il me che se ne fregava dei muri che gli metteva davanti, parlava, litigava, ma ogni volta gli dimostrava che era lui la persona con cui si voleva svegliare la mattina.

Sono combattuto tra il “e’ bello che una persona, quando rischia di perderti, faccia degli sforzi per tenerti stretto” e il “è una merda che una persona non si sia fatto carico del fatto che stavi male per quasi un anno e mezzo e poi si sia svegliato giusto perché aveva paura che un altro potesse conquistarti”.

Il punto è che credo che entrambe siano tanto vere quanto incompatibili.

Dall’altra parte chi avremmo? Un Mr. Cazzoèimpegnato che potrebbe tranquillamente essere la persona che meglio interpreta il titolo del film “He’s just not that into you”.

Penso che devo iniziare a mettere al primo posto me.

Francesca Michielin – Distratto

50 shades of relationships

Ok, lo ammetto, l’ho visto.

Ero curioso di capire come sarebbe stata la trasposizione cinematografica del successo mondiale che sono stati i tre 50 sfumature…..che non ho letto 🙂

Tralascio le mie impressioni perché non sono l’argomento del post. La peculiarità dei questi due poracci è data da questo grande amore, che è anche un po’ dipendenza, che viene tradotta sul piano fisico tramite la lente di Mr. Grey, in fissa con le pratiche Master/Slave.

Ma se togliamo un attimo la lente di Mr. Grey cosa rimane? Io credo che l’intenzione di chi ha scritto la storia di questi ormai trombatori seriali sia di evidenziare le dinamiche che, a volte, viviamo nelle relazioni. Nella coppia talvolta accade che si chini il capo e si lasci spazio all’altro, che non sa amare se non in un modo che ci fa soffrire. La convinzione che sia davvero, da parte sua, Amore, ci fa rivedere gesti che, presi fuori contesto, ci porterebbero solo sofferenza ma che, all’interno delle dinamiche di coppia, sopportiamo e talvolta ci gratificano.

La cosa pazzesca, ma altrettanto vera, è che spesso c’è piena consapevolezza da entrambi i lati. Pienamente consapevole è il dominatore, che sa benissimo che il sottomesso si mette in quella posizione per una sua scelta.
E’ davvero un dominatore l’uomo che gioisce del leone che si prostra ai suoi piedi? Leone che lo fa solo per amore, leone che con una zampata può porre fine alla tua vita?

Consapevole è il sottomesso, perché sa che il dominatore lo farà in qualche modo soffrire ma comunque sceglie di cedere il comando.
Ma se il sottomesso è colui che fa la scelta, non è a suo modo dominatore?

Consapevole è il dominatore, che chiede al sottomesso di contare i colpi di cinghia che sferra sulle sue chiappe. Sei pienamente consapevole di colpire, sei pienamente consapevole dell’impatto che del tuo gesto sull’altra persona….e tu, sottomesso, che conti ad alta voce per far capire al dominatore che hai ricevuto il colpo…..sei consapevole del fatto che stai confermando a qualcuno che ti ha già colpito una volta, e che gli stai dando carta bianca per farlo ancora?

Sono dinamiche. Sono trasposizioni del rapporto di coppia. Finchè entrambi ci stanno è un bel gioco. Finché entrambi decidono di continuare a starci dentro va tutto bene. Fino a quanto qualcuno non tira fuori la safe word, e ci fermiamo….fino a quando qualcuno non decide di abbandonare la stanza….

P.S.= Sincermante? A me è piaciuto. Ok in qualche parte sono stati un po’ troppo stringati ed hanno passato il confine della surrealità, ma nel complesso non è male. Ovviamente il finale lascia a bocca aperta, perché con questa storia delle trilogie ci han preso davvero troppo la mano!

Crazy In Love (Beyoncé Cover) – Sofia Karlberg

La differenza

Buon venerdì 🙂

Finalmente anche questa settimana è andata. Non mi posso lamentare: negli ultimi 7 gg tutto quello che è iniziato storto si è raddrizzato.

Ehm….intendevo dire che si sono sistemate un po’ di faccende. Per lo meno temporaneamente. Vivo un attimo di tranquillità e, anche se so che non durerà in eterno, cerco di respirare un po’.

Oggi non scrivo qui per un’ondata di paranoia. Per una volta voglio esprimere un pensiero in serenità, lasciando da parte le mie ansie 🙂

Purtroppo a causa del contesto sociale attuale, e anche per colpa di un lato un po’ oscuro dell’essere umano, c’è una tendenza diffusa che porta ad elevare “modelli” spesso poco realistici e ad imporli come unico ideale a cui conformarsi. C’è sempre una sorta di paura dello sconosciuto, del diverso, e non è raro che la la disinformazione trovi fessure in cui insidiarsi.

Sentiamo spesso notizie di qualcuno che tiene chiuse dentro di sé paure, sofferenze, spesso anche disagi generati per lo più dalla convinzione di non essere all’altezza degli standard che il contesto in cui viviamo ci impone. La sensazione di non poter trovare una via di felicità restando fedeli a ciò che siamo, semplicemente perché abbiamo la convinzione che per noi persone comuni non sia possibile.

Io penso che la diversità vada valorizzata. Bisogna ricordare a noi stessi che dalle differenze possiamo sempre trarre insegnamenti e spunti di crescita. Insomma il sapere comunicare, il comprendere anche punti di vista distanti dai nostri, non deve necessariamente portare all’uniformarsi, a volte ci può aiutare anche solo a capire meglio la realtà.

Ovvio, diversità che rispetti la libertà altrui. Il punto di vista da “la donna deve stare a casa sottomessa” è qualcosa che non prendo nemmeno in considerazione. Così, giusto per fare un esempio (ciao Adinolfi).

Iniziamo da qui…

This Girl Can – what about you?